sabato 25 ottobre 2014

FAIR ISLE, istruzioni per l'uso

Dopo quasi due settimane di silenzio, torno a parlare di quel luogo straordinario che è la FAIR ISLE, e se il post precedente è da considerarsi come il semplice sfogo dell'incontenibile flusso di emozioni, immagini e ricordi, risvegliati in me dalla lettura casuale delle parole che ho citato in apertura, provero' invece qui a parlarne in modo più pragmatico, inserendo quel minimo di informazioni pratiche indispensabili a chi, come me, si mettesse in testa di voler raggiungere quella che puo' essere considerata la quintessenza dell'isoletta perfetta.

Una tipica scena della FAIR ISLE con la SHEEP ROCK sullo sfondo

Sono sincera: il pensiero di essere riuscita a mettere piede sulla FAIR ISLE, dove il senso di isolamento è forte e assolutamente palpabile - piazzata com'è, sola soletta, nel bel mezzo dell'oceano più o meno a metà strada fra Orcadi e Shetland - mi provoca tuttora una scarica pazzesca d'adrenalina... La sensazione netta è quella di aver vissuto un'esperienza unica e difficilmente traducibile in parole, concessa solo ai pochi dotati di quel pizzico di follia e perseveranza necessarie per spingersi fino lì!

L'aereo pronto al decollo per la FAIR ISLE

Quando affermo che la FAIR ISLE è piccola, intendo dire proprio piccola, tanto da non possedere nemmeno uno straccio di centro abitato che si possa definire "paese"... Un'unica strada stretta ed assai accidentata, lunga una manciata di chilometri, la attraversa da un capo all'altro, fra verdi pascoli e vaste distese d'erica che vanno a precipitare in vertiginose scogliere abitate da chiassosi uccelli marini. Non ci sono auto, nè bus e nemmeno motorini...indubbiamente qualche residente ne avrà pure una, fatto sta che il passaggio di un mezzo di locomozione è un evento molto raro, per la semplice mancanza di luoghi sufficientemente lontani da raggiungere! Disseminati sull'isola, ci sono un aeroporto mignon con pista d'atterraggio in terra battuta ed una scuola (frequentata da cinque bambini in tutto); una stazione dei vigili del fuoco, un post office che funge anche da bottega e un ambulatorio azzurro che ha tutta l'aria di un ospedale per bambole. E poi due belle chiesette che sembrano uscite da una fiaba e due pittoreschi fari bianchi a segnare i margini nord e sud dell'isola.

L'areoporto

La scuola e la stazione dei vigili del fuoco

L'ambulatorio

La chiesetta in pietra grigia...

...e la chiesetta bianca

La SOUTH LIGHTHOUSE

La NORTH LIGHTHOUSE

Così, si cammina per ore in perfetta solitudine, accompagnati solo dal sibilo del vento, dal fragore cadenzato dell'oceano e da stormi in volo che riempiono il cielo delle loro voci stridule. Ci si muove sulle proprie gambe, completamente liberi, all'interno di quel piccolo universo perfetto, in uno spazio aperto dove i pensieri si dissolvono, la coscienza si espande e la mente si svuota e si rigenera; sotto un cielo così immenso e luminoso da ubriacare i sensi e fornire una misura tangibile del concetto di infinito.
Nessun caffè, pub o ristorante; neanche l'ombra di un albergo. L'ospitalità viene offerta, in regime di pensione completa, dal BIRD OBSERVATORY, di proprietà del National Trust e gestito da una giovane coppia, David e Susannah, che vivono qui (tutto l'anno!!!) con le loro due bellissime bambine. Oltre ad accogliere ospiti in una quindicina di stanze nei mesi estivi, l'osservatorio si occupa di studiare il comportamento ed i flussi migratori della miriade di uccelli che nidificano sull'isola e offre un interessante VISITOR CENTRE con molto materiale didattico, un punto di ristoro e un negozio di souvenirs, aperti anche agli "esterni" (http://www.fairislebirdobs.co.uk/).
Qui ci siamo mescolati ad ospiti provenienti da varie parti del mondo (Stati Uniti, Danimarca, Galles, Inghilterra tanto per citarne alcune); appassionati, studiosi e fotografi, oppure persone in cerca di solitudine, di introspezione, di un contatto profondo con la natura; spiriti avventurosi che amano l'imprevisto o semplicemente persone che, per una volta, hanno deciso di rinunciare al controllo della situazione e di mettere alla prova la propria adattabilità e capacità di attesa. A orari prestabiliti, ci si trova tutti attorno al grande tavolo della sala da pranzo oppure nell'accogliente lounge, dove si puo' bere un caffè, leggere un libro o lavorare al computer, alzando di tanto in tanto gli occhi per scrutare il panorama attraverso le grandi vetrate, condividendo, anche in silenzio, il grande privilegio di trovarsi in un luogo tanto speciale.

Il BIRD OBSERVATORY

La sala da pranzo del BIRD OBSERVATORY

In realtà esistono anche altre due possibilità di alloggio; la prima presso la AULD HAA, la casa più antica dell'isola, che il National Trust ha assegnato ad una coppia di statunitensi (prescelta fra molti candidati a prenderne possesso) ed ora in parte adibita a guest house http://www.go-bedandbreakfast.co.uk/auldhaaguesthousefairisle/; la seconda invece nella SOUTH LIGHTHOUSE, in quella che un tempo era l'abitazione del guardiano  http://www.southlightfairisle.co.uk/
Dovunque scegliate di soggiornare, dovrete comunque pensarci per tempo, perchè soprattutto in certi periodi dell'anno (giugno e luglio) gli appassionati di birdwatching giungono numerosi alla FAIR e la ricettività è in proporzione davvero ridotta. Io stessa, pur avendo optato per date considerate già di bassa stagione (seconda metà di agosto), ho dovuto fare qualche "aggiustamento" per combinare la disponibilità di volo e sistemazione per la notte.
Ecco quindi come procedere per l'organizzazione di un soggiorno sulla FAIR ISLE:
1) Contattare la struttura prescelta e verificare la disponibilità dell'alloggio. Fare quindi una prenotazione provvisoria.
2) Contattare la compagnia aerea (http://www.directflight.co.uk/shetland/) oppure la compagnia di navigazione (http://www.shetland.gov.uk/ferries/fleet/goodshepherd.asp) che operano i collegamenti fra la Mainland e la Fair Isle. Prenotare il volo o la traversata via ferry sul "Good Shepherd" e attendere la conferma.
3) Confermare infine la prenotazione dell'alloggio.


Il ferry "GOOD SHEPHERD"

Il BIRD OBSERVATORY (ma probabilmente anche le altre sistemazioni) richiede il pagamento di una caparra che verrà restituita nel caso i collegamenti per l'isola fossero cancellati causa maltempo, un'eventualità di fatto sempre in agguato. Non dimentichero' mai quella mattina del 16 agosto, spesa interamente nella sala "check-in" del minuscolo aeroporto di TINGWALL, con le dita incrociate,  in attesa di una partenza resa sempre più improbabile dal susseguirsi di bollettini meteo da pollice verso. Enormi nuvole basse, pioggia battente e visibilità ridotta ai minimi termini. Dopo tre ore buone di ritardo, siamo rimasti i soli a non aver gettato la spugna, i soli a sperarci ancora... Ed ecco che - miracolooooo!!! - il pilota alza inaspettatamente il pollice e ci dà l'okay per il decollo. Il tempo di imbarcarci e di portarci sulla pista e una nuova coltre di nubi cancella completamente anche quel minimo di schiarita. Ma i motori rombano già in modo assordante, mentre il trabiccolino blu è ormai lanciato verso il vuoto. Ci stacchiamo da terra e ci sentiamo di colpo in balia del vento e dei vuoti d'aria, in una specie di ondeggiamento continuo simile a quello di una barca. I nostri cuori battono all'impazzata. Ci guardiamo e ci sentiamo un po' incoscienti, forse non era il caso di partire, forse avremmo dovuto rinunciare... Ma un alone luminoso ci guida inesorabile verso la FAIR ISLE e verso il sole. Un sole limpido e radioso che per due giorni ci accompagnerà lungo quell'unica strada che corre attraverso l'isola, infiammandoci anima e cuore, mente e spirito...

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